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Critiche
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2002
Maschere e pennelli
di Silvino Gonzato
Gli artisti sono imprevedibili. Non si sa mai come reagiscano. Faro' bene o faro' male, per esempio, dovendo qui parlare di Dario Ballantini pittore; chiamarlo col nome che gli ha valso fama imperitura come imitatore, e cioe' Valentino, il principe degli stilisti? Oppure il pittore pretendera' la netta separazione dei mondi tra cui quotidianamente si divide, quello delle maschere e quello dei pennelli, reclamando per quest'ultimo la propria vera identita', come risulta all'anagrafe di Livorno? Nel dubbio, mi comportero' come se i due mondi non fossero affatto separati, fossero anzi interdipendenti, organici l'uno all'altro, satelliti, a turno, l'uno dell'altro, e dove maschere e pennelli fossero generi di conforto e di sconforto essenziali e complementari, non potendo esistere gli uni senza gli altri. Dario Ballantini e Valentino sono quindi le due facce della stessa persona, quella privata, meno conosciuta, e quella pubblica, popolarissima. La faccia originale nasce col resto del corpo nel 1964, quella posticcia, ma cosi' salda da essere scambiata dai milioni di telespettatori di "Striscia la notizia", il telegiornale satirico di Canale 5, per quella originale, appare per la prima volta nel 1997. E da allora la maschera di Valentino per Dario Ballantini diventa un dramma psicanalitico, al punto che l'attore pittore confessa di trovarsi spesso in singolari condizioni di spirito in cui non sa distinguere la finzione dalla realta'. Casi in cui suppongo scatti l'autorichiesta di documenti per mantenere, se possibile, piena contezza di se'. E dallo sdoppiamento emerge a sorpresa l'uomo che non ti saresti mai aspettato. "Dentro non sono come appaio in televisione. Tanto sono fulminante sul lavoro" rivela "tanto mi macero nella vita. Sono timido e riservato, spesso depresso". E' la croce del comico. Ballantini non sfugge alla regola del clown imbottito di paturnie che un destino doppio incorona come re delle risate. Ma ha una via di fuga, la pittura. Siamo sicuri che sia una via di fuga? "Dipingo di notte, nella cucina del mio piccolo appartamento di Milano 2, proprio di fronte agli studi di Striscia . Li', finalmente, tra le mie tele, le mie carte, i miei colori e i miei pennelli, mi sento a mio agio, scarico parte dello stress accumulato. E quando sono in giro per l'Italia o per l'Europa, da Napoli, a Parigi, a Londra, mi porto sempre dietro un blocco e dei pennarelli". Ne nasce, per ammissione dello stesso artista, "una pittura sofferta, un po'Munch e un po' Schiele, con un po' di commistione metafisica e qualche paesaggio post-atomico ". Come dire che Munch e Schiele sono, nella realta' della pittura, quello che i Valentino e i Nanni Moretti sono nella,finzione televisiva? "In televisione imito" precisa Ballantini "nella pittura sono me stesso, o cerco di esserlo". Il Ballantini pittore e il Ballantini imitatore nascono quasi contemporaneamente sui banchi del liceo scientifico sperimentale a indirizzo artistico di Livorno. Vocazione bifida. Pennelli e maschera. Da una parte i grandi maestri dell'Espressionismo, dall'altra un grande maestro del trasformismo, Alighiero Noschese. Ma la prima vera ribalta gliela offre il mondo dello spettacolo. Nel 1994, grazie a "Striscia la notizia" di Antonio Ricci, e' gia' una star Imita Ignazio La Russa, Dario Fo, Paola Borboni e Vittorio Cecchi Gori. Poi arrivano il teatro con "Petrolini Petrolini ", il cinema con vari ruoli in numerosi film, e infine, il trionfo con le imitazioni di Valentino, Gianni Morandi, Vasco Rossi, Nanni Moretti e Gino Paoli. Una vita invidiata, quasi esagerata, ma, come adesso sappiamo, per ammissione di chi, vivendola, ne puo' parlare con cognizione di causa, spesso infelice e angosciata. E da oggi in poi, vedendo in televisione un Valentino che corre da una festa all'altra, che sbaciucchia e abbraccia e che viene sbaciucchiato e abbracciato, sappiamo che non e' altro che un Fregoli triste che, per ammazzare la tristezza, appena puo', dipinge fantasmi, i propri, nel chiuso di una cucina.